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Fabrizio Marzi - Epitaffio

Ha avuto il manifesto, ha avuto il baldacchino, onori ad una vita di onesto cittadino
La forma consacrata per l'onestà schifosa che costa sempre poco e vale in ogni cosa
Ti evita le grane e culla le paure, vicini o principale, i preti o la questura
È morto senza grane anche col Padre Eterno, con tutti i sacramenti, timore dell'inferno!

Quando era giovinetto non ruppe mai lampioni, non ruppe pregiudizi né mai mostrò i coglioni
La libertà è una cosa lontano di portata, è chiusa sotto chiave come la marmellata
A scuola era mediocre perché studiava poco, strappava sufficienze, ma non per gara o giuoco
Congenito ruffiano, credeva veramente alle idiozie dei proff. tutori della mente!

Come ignorante autentico aveva per la scienza un vero fanatismo da psicodipendenza
Poi venne pubertà, un fremito di sesso, la cosa più notevole da togliersi nel cesso
Ai luoghi solitari seguì la grande svolta perché trovò una donna: fu cosa sua stavolta
E si scoprì romantico, poeta decadente, sembrò persino di essersi scoperto intelligente!

La nuvoletta rosa, il tempo ha già fugato, il nostro cerca un posto, un posto da impiegato
Ed ora che produce è tempo di sposare, ed ora che ha l'anello è tempo di figliare
Coi bimbi un po' cresciuti domenica va a spasso, un gelatino al corso, la moglie sotto braccio
«Che nervi quei ragazzi, non stanno fermi mai, domani è un altro giorno, stasera me la dai?»

Ma per fortuna è un saggio: detesta gli estremismi, idee conservatrici, severe con gli artisti
Parlando di cultura là nel salotto buono, diceva: «Io amo i classici, il jazz è solo frastuono!»
Infatti lo invitarono ad un concerto wagneriano, lo vinse il sonno subito, il sonno del profano,
Ma il sonno fu il suo segno, il sonno della vita, la noia non fa male, non lascia una ferita!

Ed i giorni, gli anni corrono e tutto si assomiglia, i luoghi, le abitudini ed i riti di famiglia,
Ma gli anni inacidiscono, l'unione si fa lagna, lui la trasmise ai figli, guastò la sua compagna
Adesso che è scomparso nessuno se n'è accorto, nessuno al mondo piange uno che è solo morto,
Ma noi siamo informati, per noi non c'è mistero e siamo corsi a ridere fino dentro al cimitero!

Abbiamo bevuto alcolici, abbiamo cantato forte, abbiamo fatto festa ai piedi della morte
Ubriachi e solenni abbiamo poi giurato di non finire al modo del nostro disgraziato
Nessuno o tutti quanti, ci serva di lezione, a non lasciare i sogni vivendo da coglione
I sogni fanno giovani, le idee fanno libertà, più forti del buon senso, ricchezza o povertà!

E poi cala il sipario per uno, cento, mille: fuggite l'epitaffio che onora un imbecille!
E poi cala il sipario per uno, cento, mille: fuggite l'epitaffio che onora un imbecille!
E poi cala il sipario per uno, cento, mille: fuggite l'epitaffio che onora un imbecille!
E poi cala il sipario per uno, cento, mille: fuggite l'epitaffio che onora un imbecille!

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