Fabrizio Marzi - Sessantotto
Per noi il Sessantotto era venuto qualche anno avanti la contestazione
L'età della rivolta e del rifiuto, contro il sistema: la rivoluzione
Allora noi eravamo bestie rare quando vestire l'eskimo non era
Una moda da vendere ai compagni e cercavamo un basco per bandiera, e cercavamo un basco per bandiera!
Ricordo i nostri fuochi a capodanno quando i borghesi vestono di nero
Ed i proletari stappano Moscato, ma freddo e notte cantavamo noi
Emarginati e matti contro il mondo che pullulava voglie e fregature
Per giuramento crescere diversi, tanta sete di rischio e di avventure
Ricordo la cantina dell'inferno, un covo riservato ai bevitori
Quando Francesco Guccini non cantava treni ed i maledetti amavano Fabrizio De André, ed i maledetti amavano Fabrizio De André!
Poi la questura, il 25 aprile 1945 per quattro scritti ed una camicia strana
I vecchi partigiani e le paure, quelle sfide da rissa paesana
Renato Curcio aveva lasciato la parrocchia, leggeva il suo Herbert Marcuse nel Trentino-Alto Adige
Capelli troppo corti sulla testa, sputacchiavamo in faccia ai nostri beat
Ma Jack Kerouac era nostro, si diceva, e quelli sono rossi e ben pasciuti
Se la cultura era stile giusto, partivano fottuti quei lacchè, partivano fottuti quei lacchè!
Le ragazze ridevano e la gente odiava quei ragazzi tristi e matti
Tra i libri gialli delle bancarelle noi cercavamo Julius Evola e Louis-Ferdinand Céline
Il partito era fermo agli altarini come l'Italia al Brennero col botto
Le seggiolate contro Arturo Michelini mentre si avvicinava il Sessantotto
Ma il Sessantotto lo eravamo noi contro i consumi, per l'ecologia
Contro lo sconcio delle vacche sacre, un altro uomo ed un'altra strategia, un altro uomo ed un'altra strategia!
Un giorno ti telefona il gran capo, c'è l'università da ripulire
Tu non prevedi, tu non puoi capire che i sovversivi sono camerati
Chissà che sghignazzate al Viminale, chissà che sghignazzate i frammassoni
Quando alla facoltà di architettura qualcuno ha sollevato quei bastoni
Era un casino: «Be', sono d'accordo!» era un po' duro prendere quel treno
Tra un mucchio di pidocchi e di illusioni, giocare un ruolo noi figli del sole, giocare un ruolo noi figli del sole!
Che intanto si è rimasti nella merda, che si è pagato duro lo sapete,
Ma adesso che si vende il Sessantotto, senti puzza di morte e non mi va
Il capo è ancora più vecchio e parla bene, la gente rossa o nera è sempre cupa
Faranno un grande gulag tutti assieme, uniti non si toccano i tabù
Noi che cantiamo "Giovinezza" a chili, l'abbiamo sempre vista liquidata
Cerchiamo pezzi di rivolta usata e l'immaginazione che non c'è, e l'immaginazione che non c'è!
Noi siamo ancora più vecchi e sempre matti, vogliamo fare a pezzi gli steccati
Ragazzi, non mollate proprio adesso che c'è una vita tutta da inventare
Ragazzi, non mollate proprio adesso, ragazzi, non lasciatevi incastrare!